L’allenamento funzionale (o functional training)eseguito nella nostra Monkey Gym è un’attività che, in origine, è stata utilizzata all’interno dei protocolli riabilitativi per consentire di riacquistare la piena e corretta funzionalità di uno o più distretti corporei. Ad essere sinceri l’allenamento funzionale è un po’ patrimonio di ciascuno di noi in quanto, quando da piccolissimi ci si esercita nel gioco al fine di soddisfare una propria esigenza, altro non si sta compiendo che un allenamento funzionale finalizzato alla conoscenza del proprio corpo ed alla capacità di utilizzarlo al meglio.
Nel lavoro funzionale vengono impiegati esercizi capaci di determinare movimenti nei tre piani dello spazio (poliassiali), con una stimolazione di tipo multiarticolare, ossia con attività che impieghino contemporaneamente più articolazioni alla volta e che stimolino, oltre alle componenti condizionali, quali forza e resistenza, anche la coordinazione dell’individuo ed il suo equilibrio. La ricerca di un assetto di questo tipo è anzi il cuore del lavoro, che determina un maggiore coinvolgimento di quei muscoli normalmente poco o per nulla utilizzati all’interno dei comuni workout, soprattutto se svolti alle macchine. L’impiego degli stabilizzatori aumenta certamente con il progressivo impiego dei pesi liberi, ma nel functional training viene ulteriormente esaltato, incrementando gradualmente la difficoltà nell’esecuzione dei gesti. Questa caratteristica, oltre a migliorare le performance atletiche, rende il corpo maggiormente prestante rispetto ad attività fisiche di tipo complesso, come gli sport di situazione, ed ovviamente rispetto agli impegni fisici della vita di tutti i giorni, caratterizzati proprio da gestualità non codificate e movimenti tutt’altro che stereotipati e ripetitivi. Va da se che associare ad un classico lavoro l’attività di tipo funzionale determina anche una crescita più armonica dei volumi muscolari, con vantaggi di rilievo anche sotto il profilo estetico. In altri termini con l’allenamento funzionale si allena il movimento non il muscolo(2) , producendo in ogni caso un adattamento anche su quest’ultimo.
È evidente che l’allenamento funzionale non può essere ritenuto il risolutore di tutti i mali, né lo strumento con il quale raggiungere qualsivoglia risultato. Semplicemente perché non esiste una disciplina con queste caratteristiche e, ciascuna metodologia di lavoro è caratterizzata da specifiche peculiarità, conoscendo le quali si possono efficacemente dosare ed abbinare al fine di ottenere i migliori risultati, anch’essi da selezionare sulla base delle necessità e delle ambizioni personali. Di sicuro l’allenamento funzionale risponde alla ricerca, sempre più sentita, di spostare il fulcro del lavoro verso un’attività che punti ad un benessere globale del soggetto, che lo renda realmente, è il caso di dirlo, più funzionale rispetto al mondo che lo circonda, e non semplicemente più muscoloso o più magro. I classici esercizi che anche la moderna pesistica ci offre, ricalcano solo porzioni dei ben più complessi movimenti che quotidianamente ci si trova ad affrontare. L’allenamento funzionale offre una base più solida all’individuo, attraverso una stimolazione con gesti più fluidi, naturali e carichi ben proporzionati rispetto alle diverse aree muscolari.
Come se non bastasse, per quanto le aziende che operano nel settore studino e realizzino attrezzature che possano coadiuvare un simile lavoro, nella realtà dei fatti è possibile impiegare tutta una serie di attrezzi già esistenti, e perfino non codificati, al fine di operare una sollecitazione di questo tipo.
Il prodotto di tale attività è una stimolazione capace di coinvolgere al tempo stesso sia il versante aerobico, con tutti i benefici che ne conseguono sotto il profilo cardiocircolatorio, sia una stimolazione globale dei parametri di forza e resistenza alla forza. Il tutto condito da una dinamicità che non lascia il tempo alla noia.
Tornando brevemente all’applicazione dell’allenamento funzionale in ambito riabilitativo, è interessante notare che il suo utilizzo avviene anche in soggetti che abbiano subito dei danni di tipo cerebrale come ad esempio amnesia, ictus, ma anche individui sani e in età avanzata che, attraverso un lavoro di questo tipo, possono avere un miglioramento indiretto delle funzioni mnemoniche per effetto dell’attivazione aspecifica del cervello ed un miglioramento del grado di attenzione(3). Da qui ad affermare che i medesimi benefici possano essere appannaggio di persone giovani e sane che con una pratica regolare possono migliorare la propria memoria è probabilmente eccessivo, ritenere invece che sia uno strumento preventivo contro i normali processi di decadimento che coinvolgono la sfera cognitiva, allora certamente l’allenamento funzionale può costituire un valido ausilio.
Non da meno l’allenamento funzionale può essere utilizzato come efficace strumento per la preparazione atletica in una data disciplina. Va da se che, come sempre accade nell’ambito dellapreparazione atletica, il primo step prevede sempre di conoscere le specifiche sollecitazioni cui si è sottoposti da una data disciplina sportiva, e conseguentemente l’allenamento funzionale potrà essere impiegato nella fase successiva ad un miglioramento generale, o addirittura per accelerare il comune iter che vedrebbe prima un incremento generale delle caratteristiche ricercate, seguito da un miglioramento specifico, finendo con l’eventuale reiterazione del gesto atletico. Una sollecitazione funzionale permette di unire questi tre elementi in una sessione unica, il che non equivale a dire l’utilizzo unico e specifico del functional training, con indubbi vantaggi anche relativamente al tempo necessario per approntare un’idonea preparazione.